Che cos’è la cheratite
La cheratite è un’infiammazione della cornea, la parte anteriore trasparente del bulbo oculare, la prima lente del percorso ottico, costantemente ricoperta dal film lacrimale.
Si distinguono le cheratiti superficiali che, dopo la guarigione, generalmente non lasciano cicatrici, dalle cheratiti profonde, che possono lasciare porzioni di cornea non perfettamente trasparenti (leucoma corneale); se il leucoma è posizionato in prossimità dell’asse visivo principale può ridurre la capacità visiva. Anche una ulcera corneale si può definire un tipo di cheratite.
Quei tipi di cheratiti dovuti ad esposizione eccessiva a raggi ultravioletti sono dette cheratite attinica. Tra queste c’è la cecità da neve, malattia tipica delle regioni artiche, che deve il nome alla sua causa (esposizione non protetta e per periodi prolungati al riverbero della neve). Anche l’esposizione prolungata non protetta a fonti elevate di raggi ultravioletti, quale ad esempio l’arco voltaico delle saldatrici elettriche o le lampade abbrozanti, può essere causa di cheratite attinica.
Si distinguono inoltre infiammazioni non suppurative (cheratite disciforme, cheratite puntata, ulcera dendritica), suppurative (ulcera serpiginosa, ulcera rodente, ulcera di Mooren), marginali (da congiuntivite, di origine nasale) e ascessi anulari.
Sintomi
I primi sintomi associati comunemente alla cheratite sono il calo della vista, il dolore acuto, la fotofobia (cioè l’intolleranza alla luce), l’arrossamento della congiuntiva e l’elevata lacrimazione.
I segni della cheratite sono soggettivi (epifora, fotofobia, blefarospasmo, sensazione di corpo estraneo, cefalea frontale, conati di vomito) e/o oggettivi (iniezione pericheratica, congiuntivite peribulbare, infiltrati stromali, lesioni epiteliali).
Cause della cheratite
Si riconoscono cheratiti dovute a:
- Agenti fisici (ad esempio i raggi ultravioletti)
- Agenti chimici (ad esempio acidi o alcali)
- Agenti biologici (ad esempio protozoi, batteri, virus, funghi)
Ad oggi, nei paesi con maggiore diffusione di pratiche igieniche quotidiane, legate alla diffusa disponibilità di acqua potabilizzata, con assenza di inquinanti biologici, è scarsamente rappresentata la presenza di infezioni comuni di origina batterica. Con la diffusione dell’uso delle lenti a contatto morbide, tra coloro che hanno un difetto visivo da correggere, è cresciuta la frequenza con la quale si ritrovano cheratiti infettive legate a batteri e funghi inquinanti i contenitori ed i liquidi usati per la conservazione.
Diagnosi e cura
La cheratite Herpetica stromale è un evento patologico grave non sempre facilmente controllabile mediante le terapie disponibili, soprattutto se la diagnosi non viene fatta tempestivamente e la terapia non viene attuata immediatamente. Nelle forme herpetiche stromali tipiche l’infiammazione è distribuita irregolarmente nello stroma corneale ed è spesso accompagnata da un’uveite. Una sovrastante cheratite epiteliale può essere presente o meno. Invece si manifesta spesso un edema dell’epitelio (con micro e macro bolle).
Le cellule infiammatorie infiltrano lo stroma a tutti i livelli e possono essere presenti aree di necrosi. Il processo si può estendere dalla membrana di Bowmann a quella di Descemet (strati della cornea). L’endotelio può essere interessato da edema, infiltrazione di cellule infiammatorie e, talvolta, al di sotto della lesione stromale è visibile un’essudazione fibrinosa. Precipitati sono spesso visibili. A livello dell’umor acqueo si apprezza un Tyndall plasmatico e cellulare (materie circolanti all’interno del bulbo oculare). A livello dell’angolo si ha spesso un edema delle bande trabeculari, con un fenomeno di trabeculite che spiega l’associazione non infrequente di ipertono nei pazienti malati. Fenomeni di interessamento dell’iride e del corpo ciliare sono spesso frequenti, anche se è abbastanza raro che lascino segni riconoscibili clinicamente (aree di atrofia iridea). Sinechie posteriori possono essere individuate a causa del processo infiammatorio. La cheratite stromale è frequentemente associata alla presenza di un’ulcera epiteliale che coinvolge lo stroma. Queste ulcere, se la loro patogenesi non è diagnosticata prontamente e in modo corretto, possono presentare bordi necrotici ed approfondirsi fino alla perforazione.
Il virus dell’herpes simplex è associato a diverse classi di antigeni: · Antigeni solubili rilasciati dalle cellule infettate lisate; · Antigeni aderenti alla superficie delle cellule infette; · Antigeni formati da larghe proteine insolubili derivate dal capside virale; Ognuno di questi antigeni può reagire con anticorpi, complemento o cellule sensibilizzate, dando luogo alla risposta immune.
Sebbene siano state individuate saltuariamente delle particelle virali nello stroma degli occhi affetti da cheratite Herpetica, nella maggior parte dei casi la malattia stromale ha le caratteristiche tipiche di un processo immune piuttosto che quelle di una infezione. Gli infiltrati, infatti, appaiono composti principalmente da macrofagi e linfociti. Nei casi di cheratite herpetica stromale necrotizzante si suppone invece che i due fenomeni infettivo ed immune siano presenti allo stesso tempo. Studi recenti hanno rilevato sequenze di DNA herpetico in cornee umane che non avevano mai avuto fenomeni clinici riferibili a malattie herpetiche, suggerendo che una infezione herpetica latente può essere presente a livello dell’endotelio e dei cheratociti, senza segni clinici. I LATs Durante lo stato di infezione latente il virus dell’Herpes non è inattivo, ma produce costantemente RNA virale chiamato Latency Associated Transcripts (LATs). Quando è in questo stato latente non si possono isolare particelle virali se non si praticano esami di colture cellulari espiantate. I LATs possono invece essere utili marcatori della presenza di una infezione herpetica in corso di infezione latente. Si sospetta inoltre che i LATs possano giocare un ruolo nella riattivazione della replicazione virale.
La presenza di uno stato di infezione latente a livello corneale potrebbe consentire una riattivazione ed una replicazione locale del virus, senza necessità di una riattivazione a livello del ganglio. Dati recenti mostrano inoltre che l’infezione latente si può localizzare a livello delle cellule endoteliali e dei cheratociti ed essere il punto di partenza di una infezione herpetica stromale. Alcuni ceppi di Herpes inoltre sembrano mostrare una certa tendenza a dare luogo alla localizzazione stromale della malattia.