Con la viscocanalostomia è possibile curare il glaucoma con un intervento non invasivo. Ma prima cerchiamo di conoscere un po’ meglio questa patologia che ogni anno affligge milioni di persone in tutto il mondo.
Che cos’è il glaucoma
Con il termine “glaucoma” si indica una patologia oculare associata al rialzo della pressione intraoculare. Il glaucoma danneggia, in modo progressivo, il nervo ottico, responsabile della trasmissione di informazioni visive dall’occhio al cervello. Tale danno si traduce inizialmente in una perdita di visione periferica, seguita da difetti della visione centrale e potenzialmente da cecità.
È una malattia subdola perché, nelle fasi iniziali è asintomatica, con un alto rischio che la diagnosi avvenga quando il danno del nervo ottico è già rilevante. Per questo motivo è molto importante diagnosticare, prima possibile, il glaucoma. La migliore prevenzione consiste in periodici controlli, ogni anno, dopo i 40 anni.
Il glaucoma è classificato in quattro forme:
- congenita, già presente alla nascita o che compare nella prima infanzia, causata da una malformazione dell’angolo di drenaggio dell’umore acqueo;
- glaucoma primario ad angolo aperto, la forma più comune: porta a una graduale e progressiva perdita visiva, non presenta sintomi e il suo decorso clinico può durare anni;
- glaucoma primario ad angolo chiuso, caratterizzato da un drastico ed improvviso incremento della pressione intraoculare per la chiusura della naturale via di deflusso del liquido contenuto all’interno dell’occhio. I sintomi segnalatori sono: visione annebbiata, dolore oculare, arrossamento, mal di testa, nausea e vomito (i sintomi non necessariamente sono sempre tutti presenti). Va subito intrapresa una terapia per evitare danni permanenti al nervo ottico in tempi brevi.
- Glaucoma secondario, dovuto a cause specifiche: traumi, infezioni, infiammazioni, tumori e altro.
Fattori di rischio del glaucoma
Le cause che più spesso concorrono alla contrazione del glaucoma sono:
- l’età: il glaucoma è più diffuso tra i soggetti con più di 40 anni;
- la familiarità, soggetti con parenti affetti da glaucoma hanno una maggiore probabilità di sviluppare il glaucoma;
- la pressione intraoculare. È il fattore più importante di rischio;
- il diabete (leggi l’articolo sui rischi del diabete a danno degli occhi);
- la miopia superiore alle 4-5 diottrie;
- la razza: i soggetti di etnia africana o asiatica hanno un rischio superiore di sviluppare il glaucoma.
Diagnosi del glaucoma
Lo studio oculistico del Dr. Ghinelli è dotato delle più moderne ed avanzate apparecchiature anche per la diagnosi del glaucoma attraverso i seguenti esami che saranno accompagnati da una raccolta di informazioni sulla storia personale e familiare del paziente:
- misurazione della pressione dell’occhio (tonometria). È un esame indolore, rapido e privo di rischi;
- esplorazione dell’angolo di drenaggio (gonioscopia). Indolore e consente di distinguere il tipo di glaucoma, ad angolo aperto o chiuso;
- valutazione delle alterazioni del nervo ottico (fundus oculi ed OCT con studio dello strato delle fibre nervose o RNFL);
- esame del campo visivo (perimetria), con strumenti computerizzati, per valutare la sensibilità di ciascun occhio a vari stimoli luminosi.
Terapie
Al momento non esiste alcuna terapia di recupero della quota di funzione visiva persa a causa del glaucoma. I vari trattamenti hanno solo lo scopo di abbassare la pressione oculare per mantenere la funzione visiva residua.
I trattamenti sono di tipo farmacologico, in prevalenza colliri, parachirurgici (trattamenti laser) quando la sola terapia medica si dimostra insufficiente, oppure chirurgici per creare una via di scarico alternativa a quella naturale.
La viscocanalostomia
Un chirurgo esperto, conoscitore delle diverse tecniche, potrà scegliere quella più indicata per ogni singolo caso. Il Dr. Emiliano Ghinelli preferisce praticare la viscocanalostomia: un intervento chirurgico non invasivo e privo delle complicanze tipiche della trabeculectomia che è l’intervento più diffuso, il più antico, ma che presenta complicanze anche gravi.
Con la viscocanalostomia “si allargano” meccanicamente i collettori naturali, favorendo così la fuoriuscita dell’umor acqueo. L’esecuzione di questo intervento non è semplice perché richiede, allo stesso tempo, grande manualità da parte del chirurgo e attrezzature d’avanguardia.
Il Dr. Emiliano Ghinelli, ha appreso la tecnica chirurgica della viscocanalostomia direttamente dal suo ideatore, il Prof. Stegmann.