L’ipovisione è una condizione caratterizzata da una riduzione grave della vista, spesso prossima alla cecità, causata da differenti patologie oculari.
Tra le più frequenti si trovano la degenerazione maculare in fase avanzata, i glaucomi cronici terminali e le retinopatie ischemiche o diabetiche. Quando tali malattie raggiungono uno stadio cronico, la funzione visiva residua può ridursi a livelli estremamente bassi.
Per i casi più gravi non esistono ad oggi terapie in grado di ripristinare la vista perduta. Non si può dunque parlare di guarigione. Tuttavia, laddove permanga un residuo visivo anche minimo, la riabilitazione può offrire un supporto concreto. L’obiettivo non è la cura, bensì l’incremento della percezione visiva sfruttando le aree non compromesse dell’apparato visivo.
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Differenza tra guarigione e riabilitazione
La riabilitazione non deve essere intesa come un trattamento che ristabilisce la funzione originaria dell’occhio danneggiato, ma come un insieme di strategie capaci di compensare le limitazioni residue. Il principio è analogo a quello che si applica nella riabilitazione motoria dopo un ictus: non si recupera l’area lesionata, ma si attivano aree sane che suppliscono alla perdita.
Nel caso della vista, l’approccio è di tipo neurosensoriale. Si agisce stimolando direttamente i neuroni della via visiva — retina, nervo ottico, radiazioni ottiche e corteccia visiva — con l’intento di aggirare i circuiti compromessi e attivarne di nuovi. In questo modo l’immagine riesce a raggiungere i centri superiori di elaborazione e il paziente può ottenere un incremento della percezione visiva.
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Strumenti e metodologie
La riabilitazione visiva non si basa su singoli strumenti di tipo fotografico o diagnostico, ma su tecnologie in grado di dialogare con il sistema visivo. Tali dispositivi identificano le aree funzionanti e quelle non funzionanti, concentrandosi sulle prime per potenziarne l’attività e favorirne il collegamento con i centri corticali.
Il percorso può comprendere non solo macchinari specifici, ma anche procedure chirurgiche e, in alcuni casi, farmaci che aumentano la vitalità dei neuroni e le riserve di neurotrasmettitori. L’approccio è quindi multidimensionale e personalizzato, adattato alle condizioni del singolo paziente.
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Candidabilità dei pazienti
Non tutti i soggetti ipovedenti possono accedere a questi programmi. Nei casi di cecità totale la riabilitazione non è praticabile. È quindi indispensabile una valutazione oculistica accurata, finalizzata a stabilire la reale possibilità di intraprendere il percorso. Anche chi ha effettuato numerose visite in passato dovrebbe sottoporsi a un’ulteriore analisi per verificare la presenza di un residuo visivo sfruttabile.
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Durata e risultati
I protocolli riabilitativi sono variabili e non standardizzati. Possono includere differenti strumenti, farmaci e tecniche in base al quadro clinico. L’andamento dei risultati dipende dalla costanza con cui il paziente affronta le sedute.
Il miglioramento è paragonabile a un processo di apprendimento, come l’acquisizione di una nuova abilità: più regolare e frequente è la pratica, più rapido sarà l’adattamento del sistema visivo e l’aumento della percezione.
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Esperienze dei pazienti
I percorsi di riabilitazione hanno già dimostrato effetti concreti in condizioni cliniche molto impegnative. Alcuni pazienti hanno imparato a utilizzare meglio il proprio campo visivo residuo, migliorando l’orientamento in ambienti complessi o con luci abbaglianti. Altri hanno riportato una significativa riduzione delle difficoltà visive invalidanti, con benefici sulla qualità della vita, sul benessere psicologico e sulla sicurezza personale.
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Conclusioni
La riabilitazione visiva non rappresenta una cura definitiva per le gravi patologie oculari, né può garantire la restituzione della vista perduta. È però uno strumento efficace per valorizzare le capacità residue e migliorare in maniera significativa la percezione visiva e l’autonomia dei pazienti ipovedenti.
La valutazione specialistica rimane il passaggio fondamentale per stabilire chi può accedere a questo percorso e con quali prospettive.
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