La retina non non è un tessuto semplice: è costituita da 11 strati in uno spessore veramente molto contenuto e che possiamo immaginare come lo spessore di qualche foglio di carta.
Il problema è complesso e a carico di questi 11 strati non esiste uno specifico agente patologico come ad esempio nella retinopatia diabetica.
Nella retinite diabetica l’agente patologico è il glucosio che corre nei vasi, e quindi al di sotto del undicesimo strato retinico, cioè dove ci sono i vasi sanguigni, scorre una quantità eccessiva di glucosio. All’interno del sangue questo zucchero crea tutta una serie di problematiche che esitano in ipossia.
Lo uno scarso apporto di ossigeno ai tessuti è alla fine l’ultimo insulto e la retinopatia diabetica è l’estremo tentativo della retina di portare più ossigeno all’interno delle cellule retiniche.
Come lo fa? Aumentando la vascolarizzazione: nel fare questo il corpo nel cercare di riparare se stesso produce troppi vasi sanguigni. Questi vasi sanguigni diventano molto contorti, molto fragili, molto instabili e basta poi quando questa retinopatia diventa proliferativa, quindi con dei vasi che stanno proliferando, un piccolo errore replicativo in un vaselino che si rompe, esce sangue, questo sangue si accumula all’interno della retina e ha la vista va via.
Ma anche tutte le fasi precedenti a questa proliferazione quindi quando c’è soltanto un’area o ischemica ho ipossica quindi con poco ossigeno comincia a scatenarsi un processo fisiopatologico che poi porta alla retinopatia diabetica
Ci sono altre cause, ad esempio l’ipertensione.
Oppure le ischemie di corollario all’ipertensione sistemica.
Ci sono anche le retinopatie genetiche per cui non esiste una patologia mirata ma si può fare molto altro.
La prevenzione può aiutare nella diagnostica e nell’individuazione della miglior terapia per approvare una soluzione di vita qualitativamente più elevata.
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